Risposta alle critiche di una biologa dell'Università di Ferrara favorevole all'ampliamento dello stabulario
Questo messaggio è stato scritto oggi sulla pagina Facebook No stabulario Ferrara.
Vorrei ricordare che tutte le informazioni riguardo lo stabulario sono reperibili sul sito http://www.nostabularioferrara.it/
Intendo comunque chiarire questa questione rispondendo al Signor Grotti.
Gentilissimo
Signor Grotti.
Grazie per aver firmato la petizione e per la richiesta.
Le
rispondo citando la relazione generale del progetto esecutivo dell’ampliamento
dello stabulario dell’Università di Ferrara e altre informazioni fornite dal
sito del Tecnopolo dell’Università di Ferrara: fonti ufficiali, non banalità!
PREMESSA -
Prima di risponde alle critiche mi permetto di farLe notare che per ben due
volte nel mese di febbraio (2014) è stata richiesta a 12 ricercatori dell’Università degli Studi di Ferrara la disponibilità per un confronto, organizzato dalla Regione Emilia Romagna, sul tema della
sperimentazione animale e dell’ampliamento dello stabulario con la
partecipazione di un esperto contrario all'uso di animali nella ricerca
bio-medica: il Dott. Massimo Tettamanti, non c’è stato nessuno riscontro da
parte dei 12 ricercatori a cui ho inviato la richiesta. Tuttavia ho ritenuto
opportuno organizzare comunque una conferenza con il Dott. Tettamanti (ringrazio
l’associazione Animal Defenders che ha reso possibile la conferenza che si
terrà il 10 aprile a Ferrara). Durante uno dei tavoli informativi
dell’associazione, si è presentato un ricercatore dell’Università che si è
offerto di proporre ai colleghi la possibilità di un confronto con l’esperto
antivivisezionista. Sono iniziate così le trattative con i ricercatori favorevoli della sperimentazione animale che, dopo varie richieste, hanno scelto di non
presentarsi al dibattito (nonostante le richieste fossero state esaudite): SI
VEDA IL POST PRECEDENTE PER INFORMAZIONI SULLA CONFERENZA. Colgo l’occasione
per invitare Lei e la biologa dell’Università ad assistere alla conferenza.
RISPOSTA ALLE CRITICHE - Quello che sostiene la biologa non trova
riscontro nella relazione generale del progetto esecutivo dell’ampliamento
dello stabulario.
In particolare al punto B.2 pagine 3 e 4 della relazione si legge
(nelle citazioni le mie note sono tra parentesi, i passaggi da me sottolineati
sono particolarmente rilevanti): “La sua posizione [riferito al complesso
dove si stanno svolgendo i lavori] é molto indicata perché baricentrica,
rispetto ai due Istituti di ricerca, da cui dipende ed in prossimità dell’area
denominata il "Cubo", ove si trovano altri Laboratori con funzioni
similari. La sua soluzione ampliata introdotta con il Definitivo permette al
nuovo complesso di poter diventare un centro di ricerca di eccellenza per la
ricerca legata alle sperimentazioni sugli animali dell’intera Università di
Ferrara e della Regione.
La sua felice posizione, la
presenza di due corpi di fabbrica vicini di cui uno dismesso, il secondo con
necessità di manutenzione, è stata frutto di molteplici considerazioni, fino a
raggiungere quella di unire i due edifici attraverso un nuovo corpo di
collegamento realizzando un unico complesso ampliato, ottenendo così un maggior
numero di servizi e specialità rispetto a quelle che erano le ipotesi iniziali
[i servizi verranno specificati in seguito].”
Continua al punto B.3 pagina 4: “La soluzione
sviluppata in progetto, aumentando le specialità e le aree di ricerca,
offre la possibilità di ridurre ed in parte eliminare i laboratori
decentrati presenti nei vicini istituti e di conseguenza limitare gli
spostamenti degli animali con evidenti benefici.”
Le informazioni riguardo ai
servizi che verranno offerti dal nuovo stabulario si trovano al punto C.4 – ANALISI
DELLE ESIGENZE E DEI BISOGNI DA SODDISFARE – a pagina 10: “In base alle
indicazioni fornite, si è stati in grado di individuare le reali esigenze di
stabulazione, il numero di laboratori necessari per un’adeguata e completa
ricerca, tenendo conto di un inevitabile ampliamento nel tempo.”
Dalla
tabella che segue questa affermazione (si veda lo screenshot che segue) si apprende che i locali ritenuti necessari
sono di 7 diverse specialità e che questi laboratori sono finalizzati a: allevamento,
riproduzione, sperimentazione/utilizzazione di animali.
Quindi, a quanto
emerge dalla relazione, lo SCOPO principale dei lavori è: offrire un maggior
numero di servizi e aumentare specialità e aree di ricerca, tutto questo
comporterebbe un aumento nel numero di animali utilizzati per negli esperimenti.
Inoltre nella relazione non si fa alcun riferimento alle dimensioni delle
gabbie in cui saranno tenuti gli animali. In base a quali elementi la biologa sostiene
che l’ampliamento dello stabulario sarebbe finalizzato al “benessere” degli
animali permettendo loro di avere più spazio e “stare meglio”? L’unico “miglioramento”
sarebbe la riduzione degli spostamenti degli animali, evidenziata al punto B.3
della relazione.
Particolare preoccupante: al punto C.4 pagina 10 si accenna a
un ulteriore “inevitabile ampliamento
nel tempo”.
Inoltre le informazioni reperibili dal sito delTecnopolo dell’Università di Ferrara (si vedano gli screenshot del sito e del
tariffario) confermano che attualmente lo stabulario e i laboratori di
farmacologia possono “effettuare solo progetti
che coinvolgono un numero limitato di animali (topi e ratti)”. Nella sezione DESCRIZIONE si afferma che: “Il servizio di Animal
Facility avrà l’obiettivo primario di affiancarsi ad aziende e a strutture di
ricerca mettendo a disposizione spazi per l’allevamento e il mantenimento di
animali di piccola taglia (roditori come ratti, topi e cavie, e anche conigli)”.
Ecco quindi
svelato l’obiettivo dell’Animal Facility (stabulario) allevare animali non solo
per i progetti di ricerca dell’Università di Ferrara, ma anche per aziende che
affideranno ai laboratori dell’Università di Ferrara il compito di testare i
propri prodotti (una scelta astuta, che incrementerà le entrate dell’ateneo visto
che le industrie chimiche hanno l’obbligo di testare i propri prodotti prima di
commercializzarli, a eccezione dei cosmetici).
L’intenzione
dell’Università di Ferrara di ampliare lo stabulario per permettere di effettuare
test anche per conto delle aziende è ribadita nel TARIFFARIO del servizio di Animal
Facility: “Attualmente l’Animal Facility è in fase di
realizzazione e per questo non siamo in grado di offrire spazi per
l’allevamento e il mantenimento di animali quali topi, ratti, cavie e conigli.”
CONCLUSIONI
- È chiaro che con la scelta dell’ampliamento dello stabulario l’Università di
Ferrara intende entrare nel business dei test su animali, altroché “per far
stare meglio, più in largo gli animali”.
Una
riflessione personale: ciò che dovremmo “ampliare” non è lo stabulario ma il
nostro concetto di etica, che dovrebbe includere tutti gli esseri senzienti:
proprio perché gli animali sono esseri senzienti mi rifiuto di considerarli
oggetti o materiale da esperimento.
Marika
Taddia - studentessa dell’Università di Ferrara
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